Capita a tutti di avere per la testa un’idea che sul momento sembra essere grandiosa, che potrebbe dare la svolta definitiva alla nostra vita! Ma poi, ripensandoci a mente lucida, ci vengono mille dubbi. Ecco, questa cosa capita a tutti ma a noi multipotenziali un po’ più spesso. Se vuoi fare ordine tra tutte le tue idee, i tuoi progetti e i tuoi sogni devi capire quali possono concretizzarsi e quali sono invece una perdita di tempo assicurata.
Le buone idee sono come l’apparecchio NeoNurture.
Voglio raccontarti questa storia, a mio avviso molto calzante.
Verso la fine degli anni Settanta dell’Ottocento, un ostetrico parigino di nome Stephane Tarnier, si prese un giorno di riposo dal Maternité de Paris (l’ospedale municipale per le partorienti in condizioni socio-economiche difficili) per fare una gita allo zoo. Tra i recinti di elefanti, rettili e animali esotici si imbatté in un nursery per galline. La vista dei pulcini che zampettavano allegri in un ambiente caldo e protetto gli fece venire in mente un’idea: creare un apparecchio in grado di svolgere una funzione riscaldante analoga da applicare ai neonati.
Nacque così la prima incubatrice che abbassò il tasso di mortalità neonatale dal 66% al 38% negli ospedali parigini in cui venne introdotta. Nel giro di alcuni decenni venne perfezionata e dopo la Seconda Guerra Mondiale era così diffusa nel mondo Occidentale e così ben funzionante che il tasso di mortalità negli ospedali americani si abbassò del 75% dal 1950 al 1998.
Mentre nella parte “fortunata” del mondo le cure neonatali andavano alla grande raggiungendo negli Stati Uniti un tasso di mortalità inferiore al dieci per mille, in paesi come la Liberia e l’Etiopia morivano ancora oltre cento bambini ogni mille. Molti di questi bambini nascevano prematuri e probabilmente sarebbero sopravvissuti se gli ospedali locali avessero avuto a disposizione delle incubatrici.
Come far sì che anche nei posti più poveri e remoti dell’Africa il personale medico potesse aver a disposizione delle incubatrici?
Gli ostacoli per raggiungere questo obiettivo erano di due nature. Il primo era un problema economico: un’incubatrice costava circa $ 40.000, che non sono facili da reperire in quei contesti. Eppure non era l’aspetto economico il più impattante, quando il secondo ostacolo: alcuni studi indicano che la tecnologia medica importata dall’Occidente nei Paesi del Terzo Mondo si guasta entro i primi cinque anni di utilizzo per il 95% dei casi. Dotare questi Paesi di apparecchiature sofisticate dunque non era sufficiente, bisognava costruire delle apparecchiature che fossero anche facili da riparare nel contesto in cui venivano inserite.
Ecco l’idea!
Jonathan Rosen, medico di Boston, aveva notato che anche nelle cittadine più piccole in cui mancavano acqua potabile e in cui i beni di prima necessità erano ostici da reperire, viaggiavano continuamente sulle strade delle Toyota 4×4. Perché non costruire quindi delle incubatrici con i pezzi di un’automobile?
Tre anni dopo questa intuizione prese vita la prima NeoNurture, un’incubatrice dall’aspetto moderno ma realizzata con pezzi di motore e carrozzeria di un’automobile. Il calore veniva fornito da fari a fascio sigillato; la circolazione d’aria dalle ventole del cruscotto; gli allarmi dei monitor da quelli di chiusura delle portiere. Gli alimentatori elettrici erano accendisigari riadattati o una normale batteria di motocicletta. Il vantaggio della NeoNurture era duplice: i pezzi di costruzione ricambio erano di facile reperimento e non servivano tecnici specializzati per eseguire le riparazioni.
Cosa ci insegna questa storia?
I progetti che ci passano per la testa hanno un potenziale di successo e possono pertanto gratificarci quando contengono al loro interno delle caratteristiche simili al progetto della incubatrice NeoNurture. Ecco quali:
- Tengono conto dei limiti imposti dal nostro ambiente e dalle nostre possibilità. Una buona idea non può avere successo se non è sostenibile. Spesso, però, si tende a dare una valutazione negativa dei limiti a disposizione, incolpandoli di ingabbiarci e di impedirci di arrivare abbastanza lontano. In realtà i limiti ci danno un grande dono: quello di ridurre il campo di azione che, altrimenti, sarebbe fin troppo vasto. Muoversi nell’infinito di possibilità, quello sì che sarebbe di ostacolo al raggiungimento di un obiettivo. Inoltre i limiti ci invitano a esplorare la nostra creatività e a individuare strade mai percorse prima.
- Sfruttano il potenziale e le risorse già in nostro possesso. Quante volte prima di avviare un progetto ti ripeti frasi come: non ho abbastanza soldi per avviare le prime fasi di lavoro… non ho le competenze specialistiche per presentarmi in modo autorevole… non ho abbastanza tempo… non conosco le persone giuste per essere inserito nell’ambiente giusto… Poco? Spesso? Spessissimo? Immagino dallo “spesso” in su. Molte volte queste frasi che ci ripetiamo sono scuse per proteggerci dalla paura del successo (sì del successo, a fallire siamo già tutti pronti e abituati!). Oppure sono frasi che ci hanno ripetuto le persone attorno a noi (i genitori, gli amici, il partner…) e abbiamo finito per crederci anche noi, tanto da averle “fatte nostre”. La realtà è ben diversa: dentro e intorno a noi c’è un mare di possibilità che possiamo imparare a sfruttare a nostro vantaggio, se solo impariamo come fare.
- Risolvono un problema estremamente sentito per noi ed è in grado di fare del bene agli altri. Siamo esseri sociali e contribuire al benessere delle altre persone è fonte di appagamento personale. Che sia fare del bene a una comunità, alla propria famiglia o a un gruppo di lavoro, poco importa. Quando le nostre azioni sono funzionali a generare valore e vantaggio sia noi stessi che per gli altri, allora la nostra motivazione salirà alle stelle e ci aiuterà a proseguire nel nostro operato.
- Non sono folgorazioni che nascono dal nulla, ma sono un collage di idee, progetti ed esperienze del passato. È diffusa l’opinione che le invenzioni, le rivoluzioni e le scoperte avvengano dall’oggi al domani. Che scattino con la stessa velocità con cui si clicca un interruttore per accendere la luce. Non è così. La nostra mente elabora e crea connessioni tra esperienze, conoscenze e idee che abbiamo coltivato dentro di noi per mesi, anche anni. I sogni ne sono un grande esempio: la nostra mente non fa emergere cose assopite del nostro passato (come per molto tempo ci ha convinti Freud) ma crea accostamenti nuovi e reinterpreta in modo inedito questioni che ci riguardano. Quindi, so che non ti piacerà leggerlo, ma occorre tempo e pazienza affinché l’idea giusta venga concepita.
- Tracciano percorsi nuovi, mai battuti da altre persone. Più cercherai di replicare il percorso battuto da altri e più cercherai di uniformarti agli standard imposti dalla società, più soffocherai la tua vera essenza e ti allontanerai dalla realizzazione di qualcosa di davvero importante per te. Anche tu, come ogni essere umano, custodisci al tuo interno un mondo di potenzialità e di talenti che se scoperti, esercitati e fatti funzionare correttamente sono funzionali a farti tracciare nuovi percorsi inesplorati e a trovare soluzioni inedite per risolvere questioni che ti tormentano da tempo.
In realtà, tutto questo non basta…
Se nella tua testa si affollano tanti interessi e tanti progetti ai quali vorresti dedicarti (come capita di norma a ogni persona multipotenziale!) ti sarai già scontrato con tante delusioni e fallimenti. Parlo di progetti che sembrano essere la svolta della tua vita ma che poi, ben presto, ti hanno annoiato o hanno semplicemente smesso di entusiasmarti. Parlo anche della frustrazione che ti assale quando ti senti incapace di prendere una scelta “definitiva” nello studio o nel lavoro, perché l’idea di fare una sola cosa per tutta la vita ti ha fatto sentire in gabbia. Parlo inoltre della difficoltà del farti accettare nella tua poliedricità ed estrema curiosità dalle persone monopotenziali (chi ha un’unica vocazione nella propria vita e percorre una strada lineare senza grandi sconvolgimenti) accanto a te.
Come puoi quindi mantenere alto l’entusiasmo e la motivazione abbastanza a lungo affinché il tuo progetto venga realizzato?
In quale modo puoi conciliare in un’unica vita i tuoi tanti interessi senza avere la sensazione che il tempo non basti mai?
Cosa puoi fare per sentirti a tuo agio nelle conversazioni con le altre persone e nelle relazioni sociali con persone che non comprendono la tua visione delle cose?
Devi scavare dentro di te per comprendere quali sono i tuoi valori guida, i tuoi bisogni più urgenti e lo scopo della tua vita (quella cosa che i giapponesi chiamano ikigai, e che possiamo tradurre anche con “la ragione più profonda che ti dà la grinta per alzarti ogni mattina di buon umore”). La motivazione infatti è qualcosa che è già dentro di noi ed è mossa proprio da questi fattori: nessun corso di motivazione potrà fornirti risultati soddisfacenti perché non è con le belle parole, la scarica adrenalina, il turbinio di emozioni e le storie di grandi successi degli altri che potrai tenere sempre a mille la motivazione.
Seguendo le tua vera essenza, al contrario, noterai che piano piano il tuo percorso, per quanto all’inizio potrà sembrare caotico, acquisterà senso. Un po’ come il disegno che usciva unendo i puntini di un vecchio gioco della Settimana Enigmistica. È nell’esercizio costante della coerenza che capirai quali strade seguire e quali abbandonare. Arriveranno così le giuste occasioni di lavoro che corrispondono alle tue esigenze, nonché le relazioni sociali sane e nutrienti che meriti.
In conclusione.
Abbiamo iniziato questo articolo con un racconto riguardo l’invenzione della NeoNurture, un’incubatrice pensata per funzionare nei Paesi del Terzo Mondo. Dal momento che le incubatrici diffuse in Europa e negli Stati Uniti richiedono una manutenzione particolare e l’impiego di tecnici specializzati per ripararle, in alcuni posti dell’Africa sono state realizzate con pezzi già presenti sul luogo e di facile manutenzione per i locali: pezzi delle automobili.
Questa storia ci ha aperto a un ragionamento: una buona idea affinché diventi un progetto di potenziale successo deve rispondere a una serie di requisiti come la sostenibilità, i limiti dell’ambiente, la creatività e lo sfruttamento di tutte le risorse disponibili.
Abbiamo inoltre visto che per mantenere alto l’interesse e l’entusiasmo verso un progetto in fase di crescita, è necessario che venga avviato per rispondere a uno scopo alto che riguarda la soddisfazione dei propri bisogni, che sia in linea con i propri valori guida e sia di aiuto agli altri.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.