Si dice che i multipotenziali sono disorganizzati, gestiscono male il tempo, non portano a termine i compiti assegnati. In pratica, che sono poco produttivi. Baggianate! I multipotenziali possono esprimere la loro natura in mille modi diversi, e non possono essere catalogati con regole standard. E soprattutto sono più abili di altri a cambiare abitudini e routine quando vogliono migliorare. Ma concentriamoci sulla produttività!
“Come fai a essere così produttiva?”
Spesso mi viene fatta questa domanda da amici e colleghi. E sinceramente non so rispondere. So solo che per me è così. Lo è sempre stato, sin dai tempi della scuola. Quando devo sbrigare un compito semplicemente mi metto a testa bassa e lo porto a termine. Piuttosto in fretta e piuttosto bene, direi. Anche se lì per lì non mi sento ispirata, non so bene come portarlo a termine, comincio. E poi viene tutto da sé.
Forse ha a che fare con la mia fatica nel rimanere nel qui ed ora, e mi proietto costantemente nel futuro. E cosa c’è nel mio futuro? Tendenzialmente divano, copertina e cane. Sì sono pigra. Mi piace lavorare velocemente e sbrigare tutte le tante attività giornaliere (anche quelle che mi piacciono) perché poi voglio rilassarmi. Anche un po’ annoiarmi.
Comunque sia, non c’è dubbio che la produttività sia una mia potenzialità. Ovvero una dote innata che ho scoperto facendone diretta esperienza, che alleno, che mi piace esercitare e che mi piace condividere con gli altri.
Nonostante per me la produttività sia un qualcosa che sento di padroneggiare piuttosto bene, non mi sono mai adagiata (più che “mai”, diciamo non per lunghi periodi va…) su questa potenzialità e ho provato a svilupparla con vari metodi.
Ho studiato tecniche e le ho provate sul campo.
Ed ecco quelle che mi sento di consigliare di più.
Tecnica 1: Backward Planning.
Molte volte il motivo che ci porta a essere poco produttivi è che non abbiamo un piano concreto per raggiungere il nostro obiettivo. In pratica, non abbiamo idea di quali sono tutti i passi che dobbiamo fare per spostarci da dove siamo ora a dove vogliamo arrivare.
In questo caso è utile avvalersi del Backward Planning.
In cosa consiste?
Il Backward Planning (o “pianificazione retrograda”) è una tecnica di pianificazione che parte dall’obiettivo finale per poi “risalire” a ritroso verso i passi necessari per raggiungerlo. Si compone di 4 passaggi chiave:
- Identificazione del traguardo finale. La prima cosa che devi fare è stabilire il tuo obiettivo SMARTES (Specifico, Misurabile, Accessibile, Realistico, Temporalizzato, Etico e Sfidante).
Esempio: “Scrivere un libro entro il 31 dicembre.” - Identifica i principali traguardi intermedi. Una volta stabilito l’obiettivo principale devi suddividerlo in tanti passaggi intermedi
Esempio:
– Terminare la fase di ricerca
– Scrivere la prima bozza
– Fare la prima revisione
– Preparare il manoscritto da inviare a un agente letterario - Elabora i passi a ritroso per raggiungere ogni traguardo intermedio. Ragionala così. Prendiamo come traguardo intermedio “Terminare la fase di ricerca”. Quando deve essere conclusa questa fase? Poniamo il 31 marzo.
Affinché il 31 marzo la fase di ricerca sia giunta al termine…
Cosa devi fare il 30 marzo?
E il giorno prima?
E quello prima ancora?
Ed entro la settimana precedente?
Ed entro il mese di febbraio?
Più vai a fondo e più sarai dettagliato nei mesi, settimane, giorni e ore che ti separano dal tuo traguardo più sarà chiaro il percorso che dovrai fare. E dove c’è chiarezza, c’è possibilità di azione. - Valuta l’andamento e revisiona il piano se necessario. Non sto neanche a dirtelo: tra la teoria e la pratica può succedere di tutto. Errori di valutazione e imprevisti non sono un’eccezione, fanno sempre parte del gioco. Quindi periodicamente analizza la tua tabella di marcia e modifica il percorso qualora si dimostrasse insostenibile o impraticabile.
Tecnica 2: Contesto Ambientale.
Io sono quel tipo di persona che per lavorare bene ha bisogno di molta luce e silenzio totale. Niente attorno a me si deve muovere e suonare.
Vi posso fare degli esempi incredibili. “A quanto si dice, Andy Warhol creava con un televisore, una radio e un registratore accesi contemporaneamente. Per Eminem, il sottofondo ideale per scrivere è il suono di un unico televisore. Marcel Proust rivestiva le pareti di fogli di sughero fonoassorbente, serrava le tende, si metteva persino i tappi nelle orecchie. Kafka portò questa sete di silenzio a un livello estremo: «Non come un eremita» disse una volta, ma proprio «come un morto.»” [ho preso questo passo dal libro “L’atto creativo: un modo di essere” di Rick Rubin, te lo consiglio!]
A te, cosa concilia la concentrazione?
Non c’è un giudizio.
Nessuna alternativa è giusta o sbagliata.
Basta che funzioni per te.
Se ancora non sai cosa funziona prova varie alternative.
Tecnica 3: La legge di Parkinson.
Questa legge postula che “più tempo a disposizione si avrà, più se ne sprecherà.”
Io la trovo fantastica! In pratica la possiamo tradurre così: più cose hai da fare più troverai il modo per portarle a compimento, meno ne fai più ti sentirai oberato di incombenze.
Trovo che questa tecnica si adatti perfettamente a noi multipotenziali, ma va applicata con qualche accortezza. E soprattutto con consapevolezza.
Magari stai vivendo male la tua condizione di multipotenziale, ma pensa a questo per tirarti su il morale: in una giornata tu puoi fare un quantitativo di cose che la gente comune impiegherebbe una settimana. O anche un mese!
Ovvio che però c’è un limite alle attività a cui puoi dedicarti ogni giorno. Per questa ragione dovrai individuare le tue priorità e lasciare fuori tutto il resto.
Un ottimo modo per trovare le tue priorità è concentrarti sulle cose importanti e non su quelle urgenti. Compilare la matrice di Eisenhower può esserti di aiuto:
Tecnica 4: Fare sport.
A me piace fare sport e lo pratico tutti i giorni. E sapete cosa mi sento dire spesso da colleghi e amici?
“Eh beate te che hai tutto quel tempo per allenarmi, io ho troppo impegni…”
Mi ribolle il sangue!
La verità è che lo sport non toglie tempo, ne crea.
Perché non solo fortifica il nostro corpo, ma rafforza la nostra mente. Ci libera dallo stress, apre le ali della creatività, ci infonde più autostima e fiducia nelle nostre capacità e ci rende concentrati.
Ci sono fior fiori di studi che confermano queste teorie.
Uno studio della Bristol University ha valutato i risultati lavorativi di 200 dipendenti di tre società, paragonando i giorni in cui si allenavano a quelli in cui non facevano attività fisica. I risultati hanno evidenziato che nei giorni di allenamento aumentavano concentrazione sul lavoro (21%), puntualità (22%) e motivazione (41%).
Un altro studio, questa volta condotto dall’American College of Sports Medicine, ha dimostrato che chi fa attività fisica per 30/60 minuti al giorno, all’ora di pranzo, fa registrare un incremento produttivo del 15%. Il 60% dei lavoratori intervistati ha dichiarato che le loro capacità di organizzazione del tempo, le loro prestazione intellettive e la loro capacità di rispettare le deadline sono migliorate nei giorni di allenamento.
Ma se delle statistiche non ti fidi, fidati di te stesso.
Prova a muoverti di più.
Un ottimo momento è quando sei arenato su un lavoro. Ti scoppia la testa, le idee non arrivano e magari il tuo capo o il tuo cliente è lì a farti pressione. Prendi una decisione coraggiosa: stacca tutto ed allenati (basta anche una camminata se sei fuori forma!)
Se ripeterai questa abitudine con continuità e costanza avrai ottimi benefici!
Tecnica 5: Rimandare (se possibile)
Non tutte le giornate sono uguali, e neanche tutti i momenti della giornata. I nostri livelli di concentrazione e di produttività seguono il ritmo circadiano.
Forse ne hai sentito parlare riguardo al sonno, infatti è il ritmo che determina l’alternanza tra sonno profondo e sonno leggero durante la notte. In pochi però sanno che il ritmo circadiano influenza anche il nostro livello di attenzione durante il giorno.
Come nella notte, anche durante il giorno, il ritmo circadiano divide il nostro tempo in cicli di 90 minuti. In questi 90 minuti possiamo dare il meglio di noi a livello di focus, dopodiché i nostri livelli di produttività caleranno piano piano. Fino a sentirci esausti. Quindi se stai lavorando ad un progetto complesso, prenditi una piccola pausa ogni 90 minuti.
Vedrai che tornerai al lavoro più carico di prima e recupererai il tempo “perso” durante la pausa.
Attention, please! Usa queste informazioni con cautela.
Spero che stai leggendo ancora, perché questa parte è importante.
Ok conoscere le tecniche di produttività, ma usale con sapienza. Usale se un periodo sei fuori focus, se hai da poco introdotto nuove attività nella tua vita o se ti piace provare cose per superare i tuoi limiti. Benissimo.
Ma non usare queste tecniche con l’obiettivo di snaturarti e diventare una macchina macina-risultati. Non è questo l’intento.
Usa queste informazioni se a te fa piacere usarle, non se là fuori qualcuno ti sta dicendo che non sei abbastanza performante. Sei tu, e solo tu, che puoi decidere cosa fare del tuo tempo e delle tue energie.
In conclusione.
In questo articolo abbiamo trattato il tema della produttività.
Spesso noi multipotenziali non abbiamo questo dono, nel mio caso specifico però devo ammettere che è proprio una mia potenzialità. Per questa ragione ho voluto affrontare questa tematica dal mio punto di vista e vi ho voluto consigliare delle tecniche di produttività non comuni, ma secondo me valide.
Ultima postilla, usate queste informazioni con cautela e solo se avete voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.