
Sia le spugne che le collane di perle hanno qualcosa in comune con i superpoteri dei multipotenziali. Non sempre è facile cogliere i vantaggi della multipotenzialità, ma alcuni esempi naturali (le spugne) e preziosi (le collane di perle) possono aiutarci a espandere la nostra visione delle cose. Con questo articolo spero di ispirarti e farti comprendere quanto vali e quanto valore puoi apportare a chi ti sta accanto.
Spirito di adattamento e antifragilità.
Quasi mezzo miliardo di anni fa il nostro pianeta subì una delle più devastanti estinzioni di massa, ancora più distruttiva di quella che decimò i dinosauri. Se da un lato questa catastrofe causò la morte di oltre tre quarti delle specie viventi, dall’altro una specie non solo sopravvisse ma prosperò. Di chi sto parlando? Ebbene sì, proprio loro, le insospettabili, innocue e sottovalutate spugne marine.
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.” Charles Darwin
A che età hai scoperto che le spugne marine erano degli animali e non delle piante?
Tranquillo, anche gli scienziati ci hanno messo un bel pezzo a capire con chi avevano a che fare! Questi esseri viventi infatti fanno di tutto per fingersi ciò che non sono eppure, oltre la loro apparenza (vivono in cespugli, sono privi di cervello, organi e muscoli), esprimono un potenziale pazzesco.
Una caratteristica delle spugne che nessuno considera mai è l’antifragilità. Un tratto che, guarda un po’, ritroviamo in larga misura anche nei multiponteziali.
Che cos’è l’antifragilità?
È la cugina meno famosa della resilienza.
Ne parla copiosamente Nassim Nicholas Taleb nel suo libro “Antifragile” e in questo articolo possiamo sintetizzare così il concetto: l’antifragilità è la caratteristica di un sistema di cambiare e migliorare a fronte di fattori di stress esterni al fine non di proteggersi bensì di adattarsi.
Hai riconosciuto la differenza con la resilienza? Ti dò un aiutino.
La resilienza è la capacità di resistere alle crisi e alle difficoltà, tornando ad essere gli stessi di prima dell’evento traumatico. Certo, è un’ottima qualità da possedere ma l’antifragilità ci offre un’occasione di crescita più grande. Perché a fronte di una crisi, di un fattore di stress o di un grande cambiamento un approccio antifragile ci permette di evolvere e di aumentare il nostro senso di autoefficacia.
Le spugne padroneggiano l’antifragilità come dote innata.
Ogni essere umano può approcciarsi all’antifragilità e svilupparla, impegnandosi. Mentre i multipotenziali possono svilupparla agevolmente, esprimendo a pieno il proprio potenziale creativo, generativo e visionario. Nonché avvalendosi della loro naturale propensione al cambiamento e alla loro capacità di trovare soluzioni in mezzo al caos.
Come scegliere cosa assorbire e cosa espellere?
C’è un’altra abilità molto sottovalutata delle spugne di cui vorrei argomentare, ed è la loro capacità di selezionare cosa assorbire e cosa espellere. Infatti non devi immaginare che questi esserini passino il loro tempo a filtrare acqua come se nulla fosse. Non si lasciano attraversare dalle correnti senza intervenire proattivamente nel loro habitat. No no, proprio no.
La loro capacità di assorbimento è la somma delle abilità di riconoscere, valutare, assimilare e applicare nuove informazioni provenienti dall’ambiente esterno. Questa capacità dipende da due fattori principali:
- Il modo in cui acquisiscono le informazioni. Le spugne sono in grado di selezionare a colpo d’occhio cosa c’è nell’ambiente che può fare al caso loro. Trattengono quindi ciò che interessa loro e si fanno scivolare addosso (letteralmente!) tutto ciò che non contribuisce alla loro crescita.
Tu sei proattivo nell’esporti a nuove conoscenze, competenze e prospettive o aspetti passivamente che le informazioni ti colgano di sorpresa? - L’obiettivo che le spinge a filtrare le informazioni. Le spugne selezionano informazioni e nutrimenti con la finalità di crescere e prosperare, come singoli e come specie. Il loro stile di adattamento le permette di vivere per migliaia di anni e di sopravvivere anche dopo essere state violentemente attaccate, diventando ancora più forti e resistenti di prima.
Tu selezioni le informazioni che fai tue per evolvere e prosperare nel lungo periodo o per alimentare il tuo bisogno di gratificazione immediata e il tuo ego.
Ecco che le spugne, zitte zitte, arrivano e ci danno un’altra grande lezione. La nostra crescita non dipende dalla quantità di informazioni a cui siamo sottoposti, ma dalla qualità delle informazioni che decidiamo di assimilare.
Questo si traduce nel fatto che più diventerai abile nel riconoscere la validità di nuove idee e nuovi progetti che ti si presentano, più diventerai abile nello scartare idee e progetti non generativi od obsoleti.
La capacità creativa delle spugne.
A un certo punto della loro evoluzione, le spugne marine si sono ramificate dando origine a un albero evolutivo a parte. Questo processo è stato determinato da diversi fattori, ma non da ultimo da un’ultima potenzialità nascosta delle spugne: la loro capacità creativa.
Infatti le spugne non si limitano a nutrirsi e ad espellere tossine, producono anche sostanze biochimiche che proteggono e promuovono la vita. Infatti producono particelle antitumorali, antibatteriche, antivirali e antifiammatorie. Questi sviluppi legati alla loro attività creativa hanno un’origine recente, ma il contributo più importante delle spugne è avvenuto molto tempo fa.
Esiste tutta una linea di studi scientifici che sostiene che le prime forme di vita animale fossero emerse sulla terra grazie alla comparsa dell’ossigeno negli oceani. Ebbene, i dati più recenti suggeriscono che questo processo di “ossigenazione” degli oceani sia in buona parte merito delle spugne. Ciò significa che, seppur non discendiamo dalle spugne, questi esseri viventi hanno dato un contributo importante alla generazione di tutte le forme di vita complesse che conosciamo.
Julius, da autodidatta a campione dei record.
Julius Yego è cresciuto in un villaggio del Kenya, senza elettricità e senza automobili. Da ragazzino, faceva a gara con suo fratello per vedere chi riusciva a lanciare il bastone più lontano. Arrivato alla superiori, la sua passione per il lancio del giavellotto si fece evidente. Purtroppo, non aveva accesso alle strutture, ai mezzi e neanche a un allenatore per poter esprimere tutto il suo potenziale. Inoltre era alto solo 1,80 m e pesava solo 84 kg, mentre il campione in carica africano Ihab Abdelrahman era alto 1,90 m e pesava 96 kg.
Tutto ciò che poteva fare era allenarsi da autodidatta e rincorrere, per come poteva, il suo sogno di diventare un campione. Nel 2010, dopo sette anni di duri allenamenti, partecipò ai campionati africani dove si piazzò terzo. Certo non male, se non che Ihab si classificò primo e il suo peggior lancio arrivò più lontano del miglior lancio di Julius. Nell’anno successivo, la situazione si ribaltò: Julius vinse la medaglia d’oro (tra l’altro vincendo con un lancio avvenuto per miracolo, visto che stava per scivolare!) mentre Ihab si classificò quinto.
Cos’è successo in questo breve lasso di tempo per ribaltare così i risultati?
Ihab era predisposto all’allenamento, si lasciava plasmare dagli insegnamenti dei coach (più simile a un pezzo di argilla che a una spugna) e il suo approccio era più reattivo che proattivo. Così, quando non gli fu rinnovato un finanziamento per allenarsi in Finlandia, smise di dedicarsi allo sport per mesi, fintanto che la Federazione non trovò un nuovo accordo.
Julius invece visse sempre il suo approccio al lancio del giavellotto come un modo per crescere continuamente, sia a livello sportivo che personale. Per gran parte della sua carriera sportiva, si era esercitato da autodidatta guardando video su YouTube e recuperando informazioni dove poteva. Metteva in pratica ciò che imparava e se si accorgeva che una tecnica non faceva per lui la metteva da parte. Quando invece si rendeva conto che un consiglio gli tornava utile, si esercitava a più non posso per farlo suo.
Nel giro di pochi anni, aveva rielaborato tutto ciò che sapeva sul lancio del giavellotto, creando una tecnica incredibile, personale e che gli permise di produrre grandi risultati:
- il record dei giochi Panafricani nel 2010
- la vittoria del campionato mondiale del giavellotto nel 2015
- il secondo posto alle Olimpiadi nel 2016 (purtroppo aveva da poco subito un infortunio, altrimenti chissà…)
Cosa c’entrano ora le collane di perle?
Nell’esempio che ti ho riportato, Julius è un atleta. Ha dedicato ogni istante del suo tempo per molti anni ad apprendere le tecniche del giavellotto e a perfezionare la sua tecnica. Il suo focus a lungo termine mi fa pensare che non abbia nulla a che vedere con i multipotenziali. E allora voglio farvi un altro esempio, più calzante per voi.
Tenendo per buona la storia di Julius (che comunque è valida e spero che ti abbia ispirato delle riflessioni), restiamo in fondo al mar con le spugne ma guardiamo alle perle. Ogni perla è unica, preziosa e a suo modo originale. Alcune sono più irregolari, altre più precise nella forma. Alcune hanno un colore più puro, altre sono attraversate da sfumature. Insomma, hanno potenzialmente vita propria e una loro storia da raccontare.
Ma cosa succede se vengono infilate in un filo, una di seguito all’altra?
Continuano a mantenere la loro personalità, eppure diventano anche parte di un tutto più complesso. Ma anche bellissimo e ricco. Qualcosa di ambito per chi riconosce e apprezza gli oggetti di valore.
Ora immagina che le perle di quella collana siano i tuoi hobby, i tuoi interessi e, in generale, tutto ciò a cui ti piace dedicarti o a cui ti sei dedicato in passato. Da questo punto di vista la numerosità dei tuoi progetti non è un limite, anzi! Più sono, meglio è! Non credi?
Manca un dettaglio a questa metafora. Ovvero la differenza tra una manciata di perle e una collana di perle.
Qual è questa differenza? La presenza o meno del filo.
Quel filo se tu, nella tua totalità e interezza. È rappresentato dai tuoi valori, dai tuoi principi e dal tuo scopo più profondo. Dalla tua essenza e autenticità. Se il tuo “io” è unitario, perché tutte queste parti sono in armonia tra loro, qual è il problema se poi i risultati che generano le tue potenzialità sono molteplici? Te lo dico io, nessuno.
Sei tu con la tua personalità e la tua visione del mondo a dare senso a tutto ciò che crei.
In conclusione.
In questo articolo abbiamo visto come esseri apparentemente molto diversi dagli esseri umani possono insegnarci molto. Nello specifico, le spugne sono dotate potenzialità comuni ai multipotenziali come la capacità di filtrare le informazioni utili, l’antifragilità e la creatività. D’altro canto le perle di una collana sono una metafora perfetta per ricordare ai multipotenziali che è la loro essenza più autentica (il filo) a creare coerenza nel proprio percorso disseminato di tanti interessi, abilità e capacità differenti (le perle).
Silvia Vernelli
Sono la prima Life & Multipotential Coach italiana. La mia missione è accompagnare le persone multipotenziali in un percorso verso l’autorealizzazione personale Grazie al mio metodo di lavoro esclusivo e alla mia esperienza personale di vita come multipotenziale, ti dimostrerò che anche tu puoi trovare un equilibrio tra il tuo desiderio di pace e la tua fame di cambiamento.